Il prestito d’onore

Le leggi 608/1996 e 185/2000 prevedono l’esistenza di un finanziamento detto prestito d’onore, costituito al fine di agevolare le persone disoccupate a realizzare progetti d’impresa e di lavoro autonomo sia in forma individuale sia in forma di società.
Questo tipo di iniziativa si rivolge in particolare agli individui più giovani che abbiano idee sulla costituzione di un progetto o impresa, e rappresenta uno dei tentativi operati dallo stato per affrontare la crescente disoccupazione dando una spinta alla creazione di un mondo imprenditoriale più giovane e dinamico.

Le principali differenze con le tipologie di prestito più comuni sono i tassi molto agevolati e il fatto che, del capitale concesso in prestito, solo il 40% sarà da restituirsi, mentre la restante parte è a fondo perduto.

Esistono inoltre delle forme di mutuo agevolato che consistono in una variante di quanto detto finora, con cui però è possibile accedere a cifre più alte.
Va detto che dal 2000 esistono forme di prestito d’onore che si rivolgono non solo a chi volesse intraprendere progetti d’impresa, ma che mirano a elargire fondi per la formazione universitaria e post laurea.

Come ottenere il prestito d’onore

Non è possibile ottenere tale finanziamento in tutta Italia, ma si deve dimostrare di possedere la residenza in una delle regioni tra Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo e Sardegna. Esiste un ente dedicato alla ricezione e valutazione delle domande (Invitalia), che tra le altre cose si occupa dello sviluppo della competitività dell’Italia centromeridionale.

A seconda del fine del prestito d’onore (costituzione di piccola impresa, lavoro autonomo o franchising) possiamo individuare tre diverse sotto tipologie:

  • il prestito d’onore rivolto alla piccola impresa: per il quale è necessario che almeno metà dei soci siano maggiorenni disoccupati da sei mesi, e con cui è possibile accedere ad un massimo di 130.000 euro circa, al fine di pagare canoni di affitto di locali, acquisto di immobili, materiali e strumenti di lavoro;
  • il prestito d’onore per il franchising: in cui il contributo può coprire spese per immobili e attrezzature necessarie ad avviare l’attività;
  • il prestito d’onore per il lavoratore autonomo: per il quale si può arrivare all’erogazione di un finanziamento che non superi i 25.000 euro circa in grado di coprire le spese di avviamento attività.

Una volta che l’ente adibito alla ricezione delle richieste abbia ricevuto la domanda, dovranno passare 60 giorni affinché, in caso di accettazione e fattibilità del progetto d’impresa, venga elargita la somma richiesta a finanziamento.

Che documenti servono per il prestito d’onore

La documentazione da presentarsi necessariamente al fine di ottenere un prestito d’onore deve contenere ovviamente tutti gli attestati che dimostrino i requisiti di cui si è discusso precedentemente; inoltre gli interessati dovranno portare a titolo di requisito lo stilato del progetto che intendano mettere in pratica con i fondi richiesti.

In allegato a questi saranno da consegnare Certificazione Unica “CUD”, busta paga e certificato di residenza.
Avuto l’accredito della somma richiesta in prestito, i soggetti dovranno presentare volta per volta tutte le fatture testimonianza che le spese effettuate con il denaro erogato siano state realmente finalizzate all’acquisto dei beni necessari all’avvio del progetto di impresa intrapreso.

E’ importante far notare che la maggior parte delle domande e lo scambio di documentazione avvengono attraverso internet; esistono infatti numerose piattaforme che fanno capo all’agenzia Invitalia, per mezzo delle quali si può facilmente effettuare la richiesta di finanziamento di cui si necessita.

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